mercoledì 26 marzo 2008

Stamane

L'arrotino è passato alle 8, puntuale ormai da 3 giorni, Dice: "affilo forbici per seta".
Mai sentito parlare delle forbici per seta, cosa avranno di particolare? Farò una ricerca su internet. Ormai è il quotidiano, scrivo quello che non so nella Moleskine e poi lo ricopio nell'etere, si potrà dire etere? Mah! In una barra chiamata Google, una sorta di oracolo.
Quando mi sveglio, come un automa vado a loop con la prima frase che la mia mente elabora, sto cercando di capire se è inconscio o conscio: la ripeto e la ripeto, la sussurro lentamente mentre sbadiglio, poi aumento la velocità delle parole, fino ad inceppare il linguaggio, fino a perdere il senso della parola, spezzarla, smontarla, analizzarla: forbici, seta, carta, sasso, maledetta morra cinese!

Cammino verso la fermata del BUS, schivando cacche, caccone, cacchette, molli, dure, ammuffite e bagnate; finalmente sull'auto, come lo chiamano a Roma. Volti assonnati che si perdono in un singhiozzo di sali e scendi, qualche goccia di pioggia, qualche pozzanghera, una frenata improvvisa; un cane che corre tra il verde del parco ed il pardone che si accende la prima sigaretta con la destra, mentre la sinistra di riflesso aggancia la coppola che un colpo di vento stava facendo cadere: vista la faccia preoccupata del proprietario, penso stesse cadendo su una grossa cacca, direi stile alano.

Butto un occhio sul Messaggero del mio vicino, un avvocato: doppio petto cravatta, acqua di colonia, gelatina, ventiquattro ore griffata e scarpe di vernice. Facilmente connotabile. In prima pagina c'è un articolo che dice: "Anche Tokio blocca l'import di Mozzarella Campana."

Sarà una bufala?

Torno all'arrotino, pensado che la sua è tutta una copertura, è un terrorista!

Il sali e scendi diventa più schiacciante e da assonati, i volti diventano nevrotici, ripenso al mio letto caldo, a quel coso peloso che ha fato fatica ad aprire gli occhi, quando mi ha sentito uscire e a lei che danza ancora nei suoi sogni...

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